Sam Altman, ceo-fondatore di OpenAi, da qualche giorno sta riflettendo e mostrando le sue reticenze nei confronti dell’intelligenza artificiale generativa in quanto, se usata nel modo sbagliato, può essere rischiosa. Afferma infatti: “OpenAI è stata fondata nella convinzione che l’intelligenza artificiale ha il potenziale per migliorare quasi ogni aspetto delle nostre vite, ma crea anche rischi seri sui quali dobbiamo lavorare per poterli controllare”.
La sua azienda, è quella che più di tutte è riuscita a sfruttare i vantaggi dell’IA però si mostra prudente e dichiara: “[…] Se questa tecnologia prende la direzione sbagliata, è uno sbaglio enorme”. La soluzione plausibile di cui parla sarebbe rivolta ad un intervento da parte dei governi per regolare lo sviluppo e l’uso dell’IA per riuscire nella limitazione dei rischi che questa tecnologia comporta.
Ogni tipo di intelligenza artificiale quindi, dovrà essere sviluppata “nel rispetto dei valori democratici”.
Il pensiero lo preoccupa e porta subito a riflettere sull’impatto che l’IA potrebbe avere nelle elezioni presidenziali del 2024. Irrompendo nelle elezioni, ad esempio, si potrebbero moltiplicare e diventare più potenti le tecniche di disinformazione relative a video e riproduzioni audio falsi.
Nelle sue dichiarazioni presso il congresso americano, si è mostrato disposto alla collaborazione con il governo per la stesura di norme che garantiscano un equilibrio tra i benefici della tecnologia e la sicurezza degli utenti.
Afferma inoltre che l’IA deve essere sviluppata con i valori democratici, difatti la sua idea sarebbe la valutazione di una possibile concessione di licenze per lo sviluppo dei grandi modelli di IA, con la capacità di revocarle nel momento in cui non rispettino gli standard fissati dal potere politico. Vanno dunque individuati i criteri di sicurezza, valutate le loro capacità di autoriproduzione e vanno evitati i controlli sui gestori attraverso azioni indipendenti e soprattutto resistendo a manipolazioni provenienti dall’esterno.
Altman però, si è limitato solamente ad esprimere le proprie preoccupazioni non rispondendo esaustivamente né fornendo soluzioni concrete, ai dubbi post dagli esperti del settore: sulla trasparenza del metodo addestrativo dei modelli di IA generativa e sull’impegno a non usare elementi coperti da copyright sui contenuti.
Durante la riunione con il senato americano, inoltre, la sua azienda si prepara al lancio di un nuovo progetto: la società ChatGPT è pronta a lanciare un nuovo modello di intelligenza artificiale open source, aperto anche a contributi esterni.
Secondo il report dei suoi ricercatori “Sparks of Artificial General Intelligence”, pubblicato dal New York Times, Microsoft, il kolossal che più ha investito in OpenAi, nota che l’IA in alcune situazioni, riesce a comprendere le cose come un essere umano.
Alessandra Campobasso