Una nota catena di supermercati sperimenta un esoscheletro per i suoi magazzinieri.
La catena di supermercati sarà il banco di prova di una soluzione robotica indossabile sviluppata da Comau e dalla startup Iuvo e pensata per chi lavora nella logistica. Un esoscheletro per migliorare l’ergonomia e ridurre gli infortuni di chi carica e scarica le merci. Comau, società del gruppo Stellantis e Iuvo, stanno sviluppando una soluzione robotica indossabile per i lavoratori del gruppo Esselunga, la catena più redditizia dei supermercati italiani. L’obiettivo è ovviamente migliorare il benessere degli operatori, riducendo il senso di affaticamento della zona lombare nel lavoro di movimentazione manuale dei carichi. L’azione dell’esoscheletro sosterrà i muscoli della schiena creando così benefici a breve e lungo termine grazie a una significativa riduzione dello sforzo fisico e della sensazione di fatica percepiti. Comau sta ingegnerizzando il nuovo esoscheletro per il supporto lombare a partire da modelli già svelati anni fa. Poi il team di progettisti specializzati di Iuvo (società spin-off della prestigiosa università Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, di cui Comau detiene come detto una quota di maggioranza) si occuperà dell’elaborazione e dello sviluppo del progetto, oltre che del collaudo della tecnologia di robotica indossabile. Esselunga entrerà in campo nella validazione del dispositivo ma sarà coinvolta fin dall’inizio grazie alla collaborazione di proprie risorse. La diffusione degli esoscheletri è in espansione da tempo. Una diffusione legata, fra gli altri fattori, anche all’invecchiamento della forza lavoro. Un aspetto che apre ovviamente altri spunti di riflessione sull’opportunità di lasciar lavorare più a lungo persone più anziane in certe mansioni, magari con un alleggerimento della legislazione sugli infortuni. Ci sarà insomma da discutere sull’impiego sempre più diffuso di questi strumenti: devono servire prima alla sicurezza e poi, semmai, a spingere l’aumento della produzione. Rimane anche molto da indagare sugli effetti a lungo termine di indossare questo genere di strumentazioni, ancora sconosciute per la stragrande maggioranza dei lavoratori. Insomma, gli esoscheletri iniziano a togliersi di dosso quell’alone di futuribilità, non solo in ambito industriale ma anche militare, biomedico e riabilitativo. Edilizia, agricoltura, manifattura, automotive compaiono fra i settori più ricettivi all’impiego. Si parla in molti casi, come in quello di Mate-XS, di esoscheletri passivi, che cioè sfruttano materiali e design senza fornire propulsione o energia in modo diretto: più che un’integrazione uomo-robot, insomma, un sofisticato sostegno meccanico privo di batterie o altre alimentazioni.