Alan Turing padre dell’Intelligenza Artificiale che salvò milioni di ebrei grazie alla sua macchina codificatrice!
I nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale, per scambiarsi informazioni e per coordinare le operazioni militari, al fine di garantire sicurezza nelle comunicazioni, utilizzavano “ENIGMA”: dispositivo capace di creare e decriptare messaggi cifrati.
Decifrare i codici codificati della macchina Enigma era una missione ritenuta impossibile da chiunque, in particolare dalle autorità britanniche, in quanto si trattava di un dispositivo estremamente complesso, che presentava un’enorme quantità di possibili chiavi di codificazione dei messaggi.
I tedeschi cambiavano la chiave di codificazione ogni 24 ore, allo scoccare della mezzanotte di ogni giorno.
Nel pieno della seconda guerra mondiale, il brillante matematico Alan Turing decide di mettere le proprie capacità al servizio del governo del suo Paese, la Gran Bretagna.
L’obiettivo era far terminare il conflitto quanto prima, collaborando all’operazione, ad alto livello di segretezza. Turing decise però che era giunto il momento di cambiare metodo: non più agire in difesa tentando di capire giorno per giorno quale sia la chiave usata al momento nei codici, ma giocare al contrattacco e realizzare una macchina che decifri automaticamente ogni singolo messaggio.
Alan selezionò quindi tra i migliori candidati coloro che dovranno accompagnarlo nell’impresa di costruire la macchina elaboratrice che renda comprensibili i messaggi nemici.
Progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antesignana dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati.
La novità di questa teoria, è che si dimostrava che una macchina poteva essere codificata come un numero e viceversa, introducendo il concetto di ciò che oggi chiameremmo software.
Dopo questa occasione che gli cambiò la vita, lui divenne membro del “Walton Athletic Club” e vinse alcune gare di corsa sulle tre e sulle dieci miglia. Raggiunse inoltre ottimi livelli nella maratona, correndo con un record personale di 2 ore 46 minuti e 11 secondi.
Nel 1950, sulla rivista Mind scrisse un articolo dal titolo “Computing machinery and intelligence” in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come il test di Turing: era convinto che si potesse raggiungere un’intelligenza artificiale solo seguendo gli schemi del cervello umano.
Su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull’intelligenza artificiale.